Il 16 maggio scorso si è tenuta a Tirana la riunione della Comunità Politica Europea, forum che riunisce periodicamente 45 leader, sia dei Paesi membri dell’Unione Europea che di quelli europei non appartenenti all’Unione, quali Svizzera, Regno Unito, Lussemburgo, Ucraina, Georgia, Azerbaigian, Armenia, Moldova e i Paesi balcanici. È stato un avvenimento eccezionale, considerato che Tirana è la capitale di una nazione che non fa parte dell’Europa “occidentale”, ma che ha significato il riconoscimento della crescita politica ed economica dell’Albania. Da Paese isolato e povero (fino agli anni ’90), oggi è un candidato all’ingresso nell’Unione Europea. I negoziati, avviati nel 2014, potrebbero concludersi entro il 2027, secondo gli auspici del neoeletto Primo Ministro Edy Rama, vittorioso di un successo elettorale che gli apre le porte a un quarto mandato consecutivo.
L’accoglienza riservata dal premier Rama alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, giunta per l’occasione a Tirana, simboleggia i fortissimi legami con l’Italia. Dall’inizio degli anni ’90, il nostro Paese ha sostenuto l’Albania con programmi pluriennali di cooperazione, focalizzati sullo sviluppo istituzionale in settori chiave: sicurezza, sanità, formazione manageriale e tecnica delle imprese.
Nel 2023, Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ha firmato un accordo con il National Economic Council, diventando ufficialmente operativa in Albania come istituzione italiana per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo, con il compito di finanziare progetti sostenibili in linea con gli obiettivi ONU. Il tutto si inserisce nel Western Balkans Investment Framework promosso dall’Unione Europea.
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