Per contrastare il cambiamento climatico, il Marocco ha investito massicciamente nelle energie rinnovabili. L’impianto solare termico Al Noor, situato nella regione desertica di Ouarzazate, è il più grande al mondo e produce energia anche di notte grazie a tecnologie avanzate.
Sfruttando i venti dell’Atlantico, sono stati costruiti numerosi impianti eolici, e sono in corso i lavori per un parco offshore da 1000 MW al largo di Essaouira, finanziato da BEI, Banca Asiatica e Banca Mondiale. Questo progetto è considerato strategico per lo sviluppo dell’idrogeno verde, su cui il Paese punta fortemente.
L’obiettivo è raggiungere il 52% del fabbisogno energetico da fonti alternative (oggi stimato intorno al 30%). ENEL Green Power ha già contribuito con tre impianti: Boujdour, Midelt e Lahid. Le gare d’appalto sono gestite dall’agenzia pubblica Masen e pubblicate sul sito www.masen.ma.
Automotive: leadership africana
In meno di vent’anni, il Marocco è diventato il primo produttore automobilistico del continente, superando il Sudafrica. Il settore rappresenta 18% del PIL e 14 miliardi di euro di export, con 220.000 occupati. Nel 2024 sono stati prodotti oltre un milione di veicoli, di cui 700.000 esportati, soprattutto in Europa, dove il Marocco ha superato persino la Cina. Renault-Nissan (Casablanca e Mellousa) e Stellantis (Kenitra) hanno avuto un ruolo decisivo, contribuendo alla crescita di una rete di 250 subfornitori. Il porto di Tanger Med e le Free Zone collegate hanno favorito l’insediamento di aziende internazionali grazie a esenzioni doganali e agevolazioni fiscali.
Per approfondimenti: sito ufficiale di Tanger Med Zones
Aeronautica e tessile: settori in volo
La Zona Franca di Tangeri ha attratto aziende che collaborano con Airbus, Boeing, Bombardier e Safran, per la produzione di componenti aeronautici. Nel tessile operano oltre 1100 aziende, con 160.000 addetti, specializzate in denim, maglieria e abbigliamento sportivo. Il Marocco è l’8° fornitore europeo e il 4° cliente, grazie anche all’Accordo Euratex 2024.
Numerose aziende italiane sono attive, tra cui il gruppo Miroglio, con uno stabilimento vicino Casablanca.
Agroalimentare e fosfati: risorse vitali
L’agricoltura e l’industria agroalimentare rappresentano 14% del PIL e 30% della forza lavoro. Le produzioni spaziano da cereali, agrumi, ortaggi, olive e frutta, con evoluzioni verso il biologico e la produzione verticale. Il settore include anche la pesca, con 19.000 imbarcazioni.
Il Marocco è il secondo fornitore agroalimentare per l’Italia (400 mln euro) e importa macchinari italiani per la trasformazione e l’imballaggio.
Il Paese detiene il 70% delle riserve mondiali di fosfati, gestite dal gruppo OCP, che li trasforma in fertilizzanti, acido fosforico e, potenzialmente, materiali per batterie e arricchimento dell’uranio.
Punti di debolezza e criticità
- Debito pubblico in crescita (70% del PIL), ma ancora gestibile
- Disoccupazione al 13%, più alta tra i giovani
- Istruzione pubblica arretrata, soprattutto nelle zone rurali
- Divario sociale crescente: il 10% della popolazione detiene il 63% della ricchezza
- Sanità e burocrazia da migliorare, con le dogane indicate come ostacolo principale dagli imprenditori
La Costituzione del 2011 sancisce la parità di genere, ma una riforma profonda del Diritto di Famiglia è ancora attesa.
Geopolitica e tensioni regionali
La controversia con l’Algeria sul Sahara Occidentale resta centrale. Il Marocco ha ottenuto il sostegno di Spagna, Francia e USA per un piano di autonomia sotto sovranità marocchina.
Riguardo alla guerra in Gaza, il governo cerca di mantenere i rapporti con Israele, ma la pressione dell’opinione pubblica sta spingendo verso posizioni più critiche.
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