In un mercato sempre più competitivo, le imprese italiane non possono più accontentarsi di “fare export”: serve un salto strutturale verso l’internazionalizzazione strategica.
Per farlo, il 2025 offre una finestra irripetibile: decine di bandi nazionali e regionali sono aperti o in apertura, con fondi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per fiere, investimenti esteri, digitalizzazione, formazione e sostenibilità.
Dove portano questi bandi?
- America Latina e Africa: grazie a SIMEST, è possibile finanziare fino al 60% di investimenti produttivi, digitali e sostenibili nei due continenti, con contributi a fondo perduto fino a 200.000 eueo
- Europa e mercati globali: il bando “Verso nuovi mercati” sostiene i primi passi delle PMI lombarde all’estero, con un mix di fondo perduto e finanziamento agevolato
- Fiere internazionali 2025: tutte le regioni offrono contributi dal 50% al 70% per fiere in Italia e all’estero
- Transizione digitale e green: crediti d’imposta fino al 45% per chi investe in tecnologie 4.0 e in efficienza energetica
- Formazione, certificazioni, capitale sociale: incentivi mirati a rafforzare la struttura delle imprese e accompagnare i percorsi internazionali.
A chi sono rivolti?
Quasi tutti i bandi si rivolgono a PMI con almeno 2 bilanci depositati, attive nei territori di riferimento e spesso con una prima esperienza di export. Sono richieste in molti casi azioni strutturate, come l’acquisto di beni produttivi, la partecipazione a fiere, l’apertura di sedi estere o l’adozione di strumenti digitali.
Perché tutto questo è strategico?
Perché con la giusta regia, queste agevolazioni non sono un bonus, ma un acceleratore di crescita strutturale. L’internazionalizzazione non si improvvisa: va progettata e cofinanziata.
È il momento di passare da “provare a vendere all’estero” a diventare un’impresa internazionale.