Franchising: guida pratica per business di successo

Il franchising è un modello di business molto diffuso nel mondo, che permette a imprenditori di aprire punti vendita utilizzando un brand affermato, con formule collaudate e supporto nella gestione.
Il franchising è una formula in cui un soggetto chiamato franchisor (detentore di un marchio e di un sistema collaudato) concede a un franchisee (imprenditore indipendente) il diritto di utilizzare il suo marchio, il know-how e metodo operativo in cambio di un compenso. Questa formula è ormai diffusissima su tutti i mercati internazionali e in tutti i principali settori e servizi. Le attività di franchising nate nel mondo anglosassone sono in forte crescita in Asia (Cina, India, Sudest Asiatico), Medio Oriente (Emirati, Arabia Saudita) e America Latina (Brasile, Messico).
Ecco i passaggi principali per la costituzione di un franchising:

  1. Selezione del franchise
    • Il franchisor valuta l’affidabilità e le capacità del candidato franchisee.
    • È richiesto un investimento iniziale per avviare l’attività.
  1. Contratto di Franchising
    • Viene stipulato un accordo che definisce:
      • Diritti e doveri delle parti.
      • Durata del contratto (solitamente 5-10 anni).
      • Modalità di rinnovo.
  1. Formazione e supporto
    • Il franchisor fornisce training su prodotti, servizi e gestione.
    • Offre assistenza continua (marketing, fornitori, aggiornamenti).
  1. Avvio dell’attività
    • Il franchisee apre il punto vendita o eroga il servizio seguendo gli standard del brand.
    • Deve rispettare linee guida su arredamento, uniformi, prezzi (se imposti).
  1. Royalty e fees
    • Fees iniziali: pagamento una tantum per l’ingresso nel network. L’investimento iniziale può variare da poche decine di migliaia a milioni di euro (es. McDonald’s richiede ~1-2M euro).
    • Royalty: percentuale sul fatturato o canone fisso periodico (di solito 5-10% del fatturato).
    • Fondo marketing: contributo per pubblicità collettiva.


Vantaggi del Franchising 

  • Riduzione dei rischi: si adotta un modello già testato.
  • Supporto continuo: formazione, fornitori supply channel e strategie già pronti.
  • Brand riconosciuto: si sfrutta la notorietà del marchio.
  • Accesso a fornitori e marketing centralizzato


Svantaggi 

  • Costi iniziali e ricorrenti (fees, royalty).
  • Minor autonomia: bisogna seguire le regole del franchisor.
  • Dipendenze dal brand: se il franchisor ha crisi, ne risente anche il franchisee.

La legislazione italiana

In Italia, la Legge 129/2004 (nota come *”Disciplina del contratto di franchising”*) è la normativa italiana che regola i rapporti tra franchisor e franchisee, con l’obiettivo di garantire trasparenza e tutela per entrambe le parti.

Principali Disposizioni della Legge 129/2004:

  1. Obbligo precontrattuale (Art. 3): il franchisor deve fornire al franchisee, almeno 30 giorni prima della firma del contratto, un dossier informativo contenente:
    • Dati sull’impresa franchisor (bilancio, esperienza nel settore).
    • Descrizione del marchio e del know-how.
    • Condizioni economiche (canoni, royalty, investimento iniziale).
    • Statistiche di successo delle altre unità franchising.

Se il franchisor non rispetta questo obbligo, il franchisee può chiedere la risoluzione del contratto o il risarcimento danni.

  1. Divieto di concorrenza sleale (Art. 4): durante il rapporto e per 2 anni dopo la scadenza, il franchisee non può aprire attività simili nella stessa zona, a meno che non sia espressamente consentito.
  2. Durata del Contratto e Rinnovo (Art. 5) 
    • Il contratto deve avere una durata minima di 3 anni (salvo accordi diversi).
    • Se il franchisor rifiuta il rinnovo senza giusta causa, può dover risarcire il franchisee.
  1. Obbligo di Assistenza del franchisor: il franchisor deve fornire:
    • Formazione iniziale e continua.
    • Supporto tecnico e gestionale.
    • Pubblicità e promozione del marchio.

La legge 129/2004 è più stringente della direttiva UE sul franchising, poiché impone maggiori obblighi informativi e una durata minima del contratto.

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