Il Forum Italia–Algeria, svoltosi lo scorso 23 luglio a Roma, rappresenta il quinto incontro intergovernativo in poco più di tre anni. È stata un’occasione preziosa per fare il punto sui legami esistenti e per porre le basi di nuovi progetti. Lo testimoniano i numerosi Accordi e Memorandum siglati, sia tra Istituzioni ed Enti Pubblici dei due Paesi sia tra aziende private. A conferma della solidità del rapporto bilaterale, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, accogliendo il Presidente algerino Abdelmadjid Tebboune — precedentemente ricevuto dal Capo dello Stato Sergio Mattarella — ha sottolineato come “l’amicizia tra i due Paesi non sia mai stata così speciale”. Lo dimostra anche la partecipazione attiva di ben 300 aziende italiane e 130 algerine.
L’energia fulcro della relazione bilaterale
Nel rapporto tra i due Paesi, l’energia rappresenta la chiave di volta di una relazione che si sta evolvendo a tutto campo e che comprende numerosi altri settori: in particolare agricoltura e agroindustria; energie rinnovabili ed economia circolare; i diversi ambiti del manifatturiero e la formazione specialistica.
Questo sviluppo si inserisce nel contesto della necessaria diversificazione dell’economia, tradizionalmente obiettivo primario dei governi di Algeri, che ha subìto un’accelerazione nel biennio appena trascorso. Tale impulso è conseguenza del calo degli introiti derivanti dall’export di idrocarburi, causato dalla riduzione dei prezzi sui mercati internazionali (in particolare negli anni 2023/24), da una produttività in diminuzione, e dall’espansione ancora insufficiente degli altri comparti dell’economia, non in grado di coprire una spesa pubblica in costante crescita.
A questo proposito, il bilancio 2025 prevede un deficit pubblico pari al -13,9%. Gli investimenti infrastrutturali necessari (compresi quelli destinati alla difesa, anch’essi in aumento) e il mantenimento delle sovvenzioni statali (prodotti alimentari, carburanti, utenze domestiche) devono essere garantiti per una popolazione di 47 milioni di abitanti, con un’età media inferiore ai 30 anni e un reddito medio annuo di 4.850 dollari, che consente di classificare l’Algeria come Paese a reddito medio (fonte: Banca Mondiale).
Indicatori macroeconomici positivi
Le note positive a livello macroeconomico includono l’aumento delle esportazioni non-oil (+4,8%), la riduzione dell’inflazione al 4% e la crescita del PIL, che la Banca Mondiale stima raggiungere il 3,3% nel biennio 2025/26.
La disoccupazione, pur in lieve calo, si attesta attorno al 10%, mentre quella giovanile supera il 20%.
Molti degli Accordi siglati riguardano, oltre all’energia, il processo di diversificazione dell’economia algerina: lo sviluppo del settore manufatturiero (automotive, edilizia), la filiera agroindustriale, l’energia rinnovabile e la formazione specialistica, trasversale a tutti i settori menzionati, nell’ottica generale del “Piano Mattei”.
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