Il Kenya ha dimostrato una relativa resilienza macroeconomica. Alcuni indicatori sono migliorati dal 2024, tra cui il calo dell’inflazione, un tasso di cambio stabilizzato e riserve internazionali più solide, ma il ritmo complessivo della crescita economica ha subìto un rallentamento. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che il PIL reale del Kenya riprenderà gradualmente nel medio termine, con una crescita stimata al 4,5% per l’anno in corso, raggiungendo i 132 miliardi di dollari, e circa il 5,0% nel biennio 2026–2027.
Lo scellino keniota si è apprezzato del 21% nel 2024, diventando una delle valute con le migliori performance a livello globale. L’impennata è stata sostenuta da un’emissione di Eurobond da 1,5 miliardi di dollari, da rimesse della diaspora a livelli record per un totale di 4,94 miliardi di dollari e da una robusta crescita delle esportazioni agricole e manifatturiere.
Tensioni interne e incertezza sulle riforme
Nonostante i solidi fondamentali, il Kenya ha dovuto affrontare turbolenze interne. La controversa legge finanziaria del 2024, che ha introdotto radicali modifiche fiscali, ha provocato diffuse proteste pubbliche e causato perdite significative agli investitori. In seguito ai disordini, il governo si è ritirato da un programma quadriennale da 3,6 miliardi di dollari con il FMI, sollevando preoccupazioni sulla continuità delle politiche economiche.
Il debito pubblico del Kenya rimane classificato ad alto rischio di dissesto, con il pagamento degli interessi che assorbe circa un terzo del gettito fiscale. Riforme volte a rafforzare la sostenibilità fiscale in modo equo, promuovendo al contempo una crescita inclusiva e l’occupazione, sono fondamentali per rilanciare un’economia in rallentamento e un mercato del lavoro debole.
Il rallentamento economico è stato determinato da molteplici fattori, tra cui inondazioni, alti tassi di interesse e un clima imprenditoriale sfiduciato, aggravato dalle proteste e dalla riduzione della spesa per lo sviluppo. Nonostante la resilienza dell’agricoltura, i forti afflussi di rimesse e la ripresa dei servizi, la crescita è stata ulteriormente frenata dalla debole attività industriale, dai consumi privati ridotti e dall’incertezza politica, che ha ostacolato investimenti e occupazione formale.
Bilancia dei pagamenti e dinamiche settoriali dell’export
Il deficit delle partite correnti del Kenya si è ridotto al 3,1% del PIL nei 12 mesi fino a febbraio 2025, grazie a una ripresa delle esportazioni — soprattutto agricole e riesportazioni — e a una crescita del 19% delle rimesse. Tuttavia, i settori dei beni commerciabili hanno registrato una performance più debole: le esportazioni di tè e manufatti sono diminuite in percentuale del PIL e i servizi sono stati penalizzati dal calo delle entrate da turismo.
Nel complesso, le prospettive economiche restano esposte a rischi al ribasso, tra cui criticità fiscali, eventi meteorologici e shock esterni. Tuttavia, l’accelerazione delle riforme economiche, compresi miglioramenti nella gestione delle finanze pubbliche, nell’efficienza della spesa e nella governance, potrebbe rafforzare la fiducia degli investitori e stimolare l’attività economica.
Riduzione del tasso per stimolare il credito
Lo scorso 10 giugno, la Banca Centrale del Kenya (CBK) ha ridotto il proprio tasso di interesse primario di 25 punti base, portandolo al 9,75%. Si tratta di un ulteriore allentamento rispetto al taglio più ampio effettuato ad aprile, quando il tasso fu abbassato dal 10,75% al 10%, con l’obiettivo di incentivare il credito al settore privato e rilanciare l’economia. Il Comitato di Politica Monetaria ha dichiarato che vi è ancora margine per ulteriori tagli, volti a rafforzare le precedenti misure di sostegno, mantenendo la stabilità del tasso di cambio e ancorando le aspettative di inflazione.
L’inflazione complessiva è scesa al 3,8% a maggio 2025, rispetto al 4,1% di aprile, rimanendo al di sotto del valore medio dell’intervallo obiettivo fissato al 5%. Secondo il comitato, si prevede che l’inflazione rimarrà contenuta nel breve termine, grazie alla stabilità dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia, oltre che a un tasso di cambio stabile.
La riduzione del tasso d’interesse primario è in linea con le richieste delle banche commerciali, che hanno sottolineato come la stabilità inflazionistica e valutaria giustificasse un ulteriore taglio, per facilitare l’espansione del credito privato.
Quattro tagli consecutivi ai tassi dal 2024
Quella di giugno è la quarta riduzione consecutiva del tasso da parte della CBK, che da agosto 2024 ha portato progressivamente il tasso di riferimento dal 13% all’attuale 9,75%. Il precedente taglio, ad aprile, lo aveva fissato al 10%.
“Nonostante i miglioramenti negli indicatori macroeconomici del Kenya, il Paese continua ad affrontare sfide strutturali, tra cui un’insufficiente creazione di posti di lavoro e bassi salari, soprattutto tra i giovani”, ha affermato Qimiao Fan, Direttore della Divisione della Banca Mondiale per Kenya, Ruanda, Somalia e Uganda.
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