La via coreana all’occidentalizzazione

Dopo la guerra di Corea degli anni Cinquanta, il paese ha avviato un processo di modernizzazione profonda, accompagnato da un’intensa occidentalizzazione, favorita anche dai contatti prolungati con le forze americane di stanza sul territorio e dalla forte connessione con la costa occidentale degli Stati Uniti, dove vive oggi una vasta comunità coreana emigrata nel dopoguerra.

Molti di questi emigrati, partiti da lavori umili, sono riusciti nel tempo a scalare posizioni sociali, spesso richiamando le traiettorie degli immigrati italiani che li avevano preceduti.

L’occidentalizzazione della Corea del Sud è evidente in molti aspetti della vita sociale ed economica. Tuttavia, è giusto parlare di una via coreana all’occidente. Anche nelle fasce più benestanti e urbanizzate, permangono infatti comportamenti ispirati alla dottrina confuciana, nonostante la varietà di religioni praticate nel paese, tra cui il buddismo e molteplici forme di cristianesimo.

Il mercato coreano, secondo i dati ICE su Fonte ISTAT del 2024, ha assorbito beni italiani per un valore pari a 5,639 miliardi di euro, registrando un aumento del 2,6% rispetto al 2023, ma può ancora crescere, di pari passo con la crescente priorità che il Paese riserva ai settori digitali e dell’alta tecnologia – inclusa quella applicata ai sistemi di difesa.

Non bisogna dimenticare che la Corea del Sud vive tuttora in uno stato di allerta permanente a causa delle minacce nordcoreane, e che una parte consistente dei bilanci statali è assorbita dall’apparato difensivo.

Difesa e innovazione: un’alleanza strategica

Alcuni importanti passaggi dell’innovazione tecnologica che oggi garantiscono alla Corea vantaggi anche sul piano dell’export, sono frutto di investimenti massicci in ricerca e sviluppo, resi possibili da partnership pubblico-private consolidate.

In prospettiva, si profila un’economia sempre più concentrata sull’efficienza dei sistemi di difesa, mentre settori produttivi tradizionali tenderanno a lasciare spazio a beni importati, soprattutto nei comparti dove la competizione tecnologica è meno strategica per l’autonomia nazionale.

La leadership coreana continuerà a perseguire l’autosufficienza alimentare e nei beni di prima necessità, ma lascerà spazio sul mercato locale ai beni importati, nella convinzione che le politiche di libero scambio siano essenziali per garantire ai prodotti coreani high e medium tech margini importanti sui mercati esteri.

Allo stesso tempo, resta prioritaria l’esigenza di assicurare mercati di sbocco ai prodotti delle grandi imprese coreane, per garantire occupazione anche all’ecosistema delle PMI che fanno parte della supply chain nazionale.

Occasione strategica per le imprese italiane

Per le imprese italiane, si conferma un mercato di grande potenziale, ma che richiede un aggiornamento del modello di business sinora applicato.

Negli ultimi dieci anni, le dinamiche dell’import hanno visto emergere il ruolo sempre più centrale delle aziende medio-piccole coreane, capaci di svolgere attività di scouting e selezione dei prodotti stranieri più richiesti dal mercato, per poi integrarli nelle grandi piattaforme commerciali fisiche e digitali delle principali catene di distribuzione.

L’ingresso – e il consolidamento – nel mercato dell’import di soggetti dimensionalmente più vicini alle aziende italiane rappresenta un’opportunità importante. Le posizioni contrattuali sono più agili, le strategie di penetrazione commerciale più gestibili, e vi è maggiore elasticità anche nelle politiche di prezzo.

Le tre sfide concrete per vendere in Corea del Sud

Sarebbero molte le modifiche richieste al modus operandi delle aziende italiane per trasformare al meglio in business reali il grande potenziale esistente in Corea del Sud.

Possiamo però ricondurre le principali sfide a tre aspetti operativi fondamentali, che così possiamo riassumere: 

  • Digitalizzazione
  • Comunicazione
  • Commercializzazione
Digitalizzazione: requisito chiave per la reputazione

Nel paese ritenuto uno dei più digitalizzati al mondo, l’impresa italiana ha bisogno di presentarsi con un apparato digitale efficiente ed efficace a supporto delle proprie operazioni di export.

Anche gli acquisti di prodotti importati passano, sempre più spesso, attraverso canali digitali: e-commerce B2B, piattaforme logistiche integrate, marketplace verticali. Il livello di digitalizzazione dell’azienda è percepito come indicatore di affidabilità e trasparenza, e incide positivamente sulla reputazione del brand.

Comunicazione: conquistare il consumatore coreano

Una maggiore attenzione dovrà essere rivolta alla comunicazione, soprattutto in relazione ai prodotti destinati alle nuove generazioni di consumatori coreani. Si tratta di un pubblico altamente sensibile ai temi della sicurezza alimentare e della sostenibilità ambientale, ma anche molto esposto a influenze esterne e orientato verso stili di vita evoluti.

In Corea del Sud, esiste una forte competizione tra Francia e Italia come modelli culturali e stilistici. Per questo, è fondamentale spiegare con enfasi e meglio di quanto si sia fatto finora perché un determinato prodotto italiano sia non solo buono e bello, ma anche compatibile con la protezione dell’ambiente, delle campagne, del paesaggio e dell’identità culturale italiana.

Commercializzazione: partnership, non più semplice vendita

Il terzo punto riguarda la modifica dell’approccio alla commercializzazione.

Anche in Corea, come in altri mercati maturi, è necessario superare il vecchio modello venditore-acquirente — già messo in crisi dalle politiche protezionistiche trumpiane — e adottare modelli di partnership strutturata. Questi modelli prevedono una condivisione delle strategie di prezzo, delle politiche promozionali e delle scelte distributive con il partner locale (che sia importatore o distributore).

Inoltre, per assicurare penetrazione stabile e diffusa, sarà fondamentale operare anche nelle città di seconda fascia, che oggi si aprono con entusiasmo a modelli di consumo occidentali. Le partnership con aziende coreane, anche medie o piccole, saranno una leva strategica irrinunciabile.

Opportunità concrete, non ipotesi

La Corea del Sud è un paese con elevata capacità di spesa, alta considerazione del Made in Italy e assenza di barriere culturali o religiose che possano ostacolare i consumi.

In particolare, il potenziale di crescita riguarda i beni di consumo — moda, cosmetica, food, design — mentre è più limitato per le tecnologie meccaniche, comparto in cui la Corea è spesso diretta concorrente dell’Italia.

In sintesi: un mercato esigente, ma reale e accessibile. Per coglierne le opportunità, serve però un adeguamento serio dei modelli di business italiani.

Contenuti protetti da copyright©. È vietata la riproduzione, anche parziale, del testo con qualsiasi mezzo, senza autorizzazione.

Articoli Correlati