Politica economica canadese: congiuntura e budget 2025/2026

Nonostante i dazi imposti dagli Stati Uniti, il terzo trimestre ha registrato un miglioramento del PIL tendenziale, con una crescita prevista del +1,3% su base annua. Questo risultato è stato favorito da:

  • Un buon andamento della spesa per consumi
  • La ripresa del settore delle costruzioni
  • La diminuzione del livello di inflazione


In risposta a quest’ultimo fattore, la Banca Centrale del Canada ha deciso, il 17 settembre scorso, di ridurre il tasso d’interesse di 0,25 punti percentuali, portandolo al 2,5%.

Il tasso di disoccupazione si mantiene intorno al 7,1%, un livello considerato alto per gli standard canadesi. Si tratta di un fenomeno cresciuto nel periodo post-COVID, ma che non ha subito variazioni significative nei settori direttamente colpiti dai dazi.
L’andamento del PIL varia sensibilmente tra le Province, in funzione della struttura produttiva locale e dell’esposizione ai dazi USA:

  • Ontario (automotive): +0,9%
  • Quebec (metallurgia e aeronautica): +1,2%
  • British Columbia (energia e legname): +1%
  • Manitoba e Alberta (petrolio e risorse minerarie): +0,9%
  • Province atlantiche (Nova Scotia, New Brunswick, Prince Edward Island): crescita superiore alla media nazionale, grazie alla tenuta di settori chiave come turismo, logistica e pesca

 

Disoccupazione: nessun licenziamento massiccio

In nessuna Provincia si registrano, fino ad ora, licenziamenti massicci. La disoccupazione dipende principalmente da due fattori:

  • La difficoltà dei giovani (18–26 anni) a entrare nel mondo del lavoro
  • L’inserimento dei nuovi residenti — oltre 1,2 milioni nell’ultimo quinquennio — provenienti soprattutto da Asia e Medio Oriente, titolari di visti temporanei di residenza in Canada e attualmente in cerca di occupazione


A confermare che il contesto economico canadese è difficile ma non drammatico sono le valutazioni delle principali agenzie di rating, che mantengono le stesse valutazioni degli anni precedenti:

  • Fitch: AA+ con outlook stabile (settimana scorsa)
  • S&P – Standard & Poor’s: AAA con outlook stabile (giugno scorso), la valutazione massima possibile

Bilancio federale 2025/26: consultazioni in corso

Sono in corso serrate consultazioni tra il Primo Ministro, i Governatori delle Province e i leader delle forze politiche presenti in Parlamento per definire le linee guida del prossimo Bilancio Federale 2025/26, posticipato a ottobre a seguito delle elezioni politiche anticipate del 28 aprile.
Le elezioni hanno registrato una massiccia affluenza ai seggi e la vittoria del liberale Mark Carney, noto economista e deciso a difendere la sovranità canadese contro i dazi e le provocazioni di Donald Trump (tra cui l’ironica definizione del Canada come “51° Stato USA”). Carney ha prevalso sul candidato del Partito Conservatore, Marcel Poilievre.

Aumento della spesa pubblica e del deficit

Le previsioni per il bilancio federale 2025/26 indicano un aumento delle spese destinate a:

  • Difesa
  • Sanità e servizi sociali (incluso il sostegno alle popolazioni native)
  • Sviluppo infrastrutturale (Five Big Projects)


Queste misure faranno crescere la spesa pubblica complessiva fino a circa il 3% del PIL, con un deficit stimato a 88 miliardi di dollari canadesi, rispetto ai 51 miliardi del 2024 (fonte: Royal Bank of Canada).

Anche alcune importanti Province — in Canada, Stato federale dove le Province sono responsabili dei trasporti e dei servizi locali al cittadino — hanno approvato nella primavera scorsa bilanci in deficit per il 2025/26. In particolare:

  • British Columbia
  • Ontario


Entrambe hanno privilegiato la spesa per:

  • Sanità
  • Istruzione
  • Ammortizzatori sociali


Queste scelte sono una risposta diretta alle difficoltà congiunturali: dazi USA, possibile aumento della disoccupazione, produttività stagnante.

I cinque Grandi Progetti per rilanciare la spesa pubblica

Ai fini di stimolare la spesa pubblica, il governo canadese ha identificato Cinque Grandi Progetti infrastrutturali dal valore complessivo di 60 miliardi di dollari canadesi, da realizzarsi in un arco temporale di tre-cinque anni. I progetti seguiranno corsie preferenziali per l’ottenimento di permessi e l’avvio dei bandi di gara. L’obiettivo strategico è sfruttare le grandi risorse minerarie del Canada, ricco di minerali “critici”, per trasformarlo in una “superpotenza energetica”, favorendo l’export e riducendo la dipendenza dagli Stati Uniti.

Progetto

Localizzazione

Descrizione

1. Impianto GPL a basse emissioni

Kitimat (British Columbia)

Raddoppio dell’impianto con focus sui mercati del Pacifico

2. Reattore nucleare SRM

Darlington (Ontario)

Nuova tecnologia capace di alimentare 300.000 abitazioni; leadership tecnologica

3. Porto di Montreal

Quebec

Ampliamento del 60% della capacità operativa; export verso Europa e Medio Oriente

4. Miniere di rame

Saskatchewan

Espansione delle attività estrattive

5. Miniere di rame e oro

Alberta e British Columbia

Potenziamento delle risorse per l’export energetico

Un mercato infrastrutturale dinamico ma selettivo

Il Canada rappresenta, in generale, un grande mercato infrastrutturale, con numerosi progetti di costruzione finanziati sia dal governo federale sia da quelli provinciali. Tuttavia, il sovrapporsi di competenze tra i vari livelli governativi e un certo grado di protezionismo provinciale rendono difficile la partecipazione alle gare d’appalto per imprese straniere prive di una filiale in loco. Riferimento utile: il sito governativo CanadaBuys riporta tutti gli appalti banditi e aggiudicati da istituzioni pubbliche canadesi.

Il trattato CETA: accesso preferenziale per le imprese europee

Il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), firmato con l’Unione Europea nel 2017, prevede la possibilità per le aziende europee di partecipare agli appalti pubblici banditi in Canada — e viceversa. Il trattato ha già dimostrato la sua efficacia, con un incremento medio dell’interscambio del 71% negli ultimi sei anni:

  • Da 72 miliardi di euro nel 2017
  • A 123 miliardi nel 2023


Benefici per l’Italia:

  • Esportazioni verso il Canada: 6,1 miliardi di euro nel 2024
  • Riconoscimento di 125 Denominazioni di Origine europee, di cui 41 italiane
  • Riduzione dei dazi su numerosi prodotti
  • Riconoscimento reciproco di alcune professioni


Tuttavia, per la piena efficacia del trattato, si attende ancora l’approvazione definitiva da parte dei Parlamenti nazionali. Ma, considerando i settori chiave dell’economia canadese e l’offerta europea, in un contesto in cui entrambe le aree geo economiche hanno necessità di diversificare mercati di destinazione e di approvvigionamento, la ratifica del CETA appare un passo quasi obbligato per i Parlamenti degli Stati europei — anche alla luce dei vantaggi già attivi per le imprese europee.

Come accedere ai vantaggi del CETA

Le aziende europee possono già usufruire delle agevolazioni previste dal CETA registrandosi sul portale REX dell’Unione Europea, utilizzando SPID o CIE. Una volta compilato l’apposito modulo, l’impresa riceve un codice univoco dalla dogana nazionale di competenza.
Utilizzo del codice REX: va inserito nelle fatture e nei documenti di spedizione verso il Canada, certificando l’origine del prodotto e abilitando l’applicazione delle agevolazioni tariffarie e procedurali previste dal trattato.

 

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