I settori chiave dell’economia canadese

ll Canada è una grande potenza energetica, ricchissimo di materie prime e minerali ancora in larga parte non interamente sfruttati. Di seguito una sintesi dei principali settori:

Petrolio

  • 3° detentore mondiale di riserve (173 miliardi di barili), dopo Arabia Saudita e Venezuela
  • 4° esportatore mondiale, con gran parte della produzione diretta verso gli USA
  • Il completamento dell’oleodotto Trans Mountain nel 2024 consente il trasporto dall’Alberta al porto di Vancouver, favorendo l’export verso Cina e Asia Orientale


Gas naturale

  • 4° produttore mondiale, 5° esportatore
  • Principale destinatario: Stati Uniti, collegati da gasdotto
  • Da pochi mesi sono iniziate le esportazioni di GNL verso l’Asia grazie al nuovo impianto sulla costa della British Columbia, il cui raddoppio è previsto a breve


Uranio

  • 2° produttore mondiale dopo il Kazakistan
  • Minerale di alta qualità esportato dalla holding Cameco (miniere in Saskatchewan)
  • Principali mercati: Cina, India, USA e alcuni paesi europei


Ferro

  • 7° al mondo per riserve
  • Strategico per la produzione di acciaio, esportato soprattutto verso USA e Germania
  • I prodotti derivati di alluminio e acciaio sono soggetti a dazio USA del 50%
  • Il settore è tra i più colpiti dalle misure tariffarie, con applicazione condizionata dal contenuto non-USMCA


Potassa

  • 1° produttore ed esportatore mondiale
  • Minerale chiave per la produzione di fertilizzanti
  • Principali giacimenti: Saskatchewan


Nichel e rame

  • Metalli strategici per batterie elettriche e impianti solari
  • Il Canada è tra i principali produttori mondiali
  • Grandi miniere in British Columbia e Ontario
  • I derivati sono anch’essi soggetti a dazi USA


Legname

  • Il Canada è uno dei maggiori produttori ed esportatori di legname tenero, grazie alle immense foreste di conifere
  • Utilizzato nell’edilizia e nella produzione di polpa di carta
  • Le foreste sono gestite in modo razionale per garantirne la riproduzione
  • Principali destinatari: USA, Cina, Giappone
  • Il settore è colpito da dazi USA fino al 35%, variabili in base alla tipologia di legname
Montreal: terzo polo aeronautico mondiale

Uno dei settori di punta della tecnologia “made in Canada” è l’industria aeronautica, il cui cluster più rappresentativo si trova nei pressi di Montreal. Si tratta del terzo polo aeronautico al mondo, dopo Tolosa e Seattle, con:

  • 45.000 dipendenti
  • Presenza di aziende leader come Pratt & Whitney, Boeing, General Electric, Rolls Royce
  • Fatturato complessivo di 53 miliardi di dollari, generato in gran parte da forniture all’estero

Bombardier Aerospace: icona del trasporto regionale

In questo contesto è nata Bombardier Aerospace, attiva nel settore dei velivoli commerciali. Tra i modelli più noti:

  • CRJ: jet regionali ampiamente utilizzati
  • DHC-8: turboelica ancora in produzione
  • Canadair CL-415: velivolo antincendio noto in Italia per l’uso da parte della Protezione Civile, inizialmente prodotto dalla ditta Canadair e poi acquisito da Bombardier

CAE: leader mondiale nei simulatori di volo

La Canadian Aviation Electronics (CAE) è il più importante produttore mondiale di simulatori di volo, con:

  • 13.000 dipendenti
  • 350 simulatori distribuiti in centri di addestramento in tutto il mondo


Tra questi, anche l’International Flight Training School presso l’aeroporto di Decimomannu (Sardegna), dove si formano piloti militari di nazioni alleate. Qui opera la joint venture Leonardo CAE Advanced Jet Training School, che fornisce supporto tecnico-logistico.

Leonardo: presenza strategica in Canada

Il gruppo Leonardo è attivo in Canada in diversi ambiti:

  • Traffico aereo e sistemi di monitoraggio
  • Settore elicotteristico, con 50 elicotteri operativi presso l’Aeronautica canadese
  • Collaborazione per l’ammodernamento della flotta AW “Cormorant”
Dazi USA e incertezza globale

Anche i velivoli e le parti di aeromobili sono soggetti a dazi USA del 25%, ma la regola del “US content” consente l’esenzione per molti prodotti, grazie alla forte integrazione tra le industrie canadese e statunitensi. Tuttavia, il provvedimento genera incertezza sull’intero settore a livello globale, considerando l’elevato numero di operazioni di fornitura transfrontaliera — come la manutenzione quotidiana degli aeromobili.

Automotive: integrazione strategica e leadership nell’export

Abbiamo già trattato dell’industria automobilistica canadese e della sua integrazione, strettissima con quella statunitense, avviata negli anni ’60 e consolidata nel tempo attraverso i vari trattati di libero scambio, dal NAFTA fino all’attuale USMCA. Quest’ultimo, pur con i suoi limiti, contribuisce a proteggere l’industria canadese da ricadute ancora più pesanti derivanti dall’applicazione dei dazi statunitensi, che in alcuni casi raggiungono il 35%, come già descritto. Secondo i dati della Canadian Vehicle Manufacturing Association, il Canada produce ogni anno circa 1,6 milioni di veicoli, dei quali il 93% è destinato all’esportazione verso gli Stati Uniti, grazie alla presenza sul territorio canadese dei principali gruppi automobilistici americani come Ford, General Motors e Chrysler, ma anche di grandi produttori giapponesi come Toyota e Honda, e di aziende europee come Stellantis, solo per citarne alcune. L’automotive rappresenta la seconda voce dell’export canadese dopo petrolio e gas, con un valore pari a 58 miliardi di dollari nel 2024, e impiega direttamente 130.000 addetti, che salgono a oltre 400.000 se si considera l’intera filiera, comprendente le reti di vendita, i servizi di manutenzione, la logistica e i trasporti. Il cuore della produzione automobilistica canadese si trova nel sud della regione dell’Ontario, in prossimità del confine con gli Stati Uniti e dell’area metropolitana di Detroit, considerata la capitale americana dell’automotive. Il Windsor Bridge, che collega le due città, è attraversato ogni anno da circa 3 milioni di veicoli pesanti, destinati in gran parte alle aziende automobilistiche dei due Paesi, a conferma dell’intensità e della continuità degli scambi industriali transfrontalieri.

 

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