Nel maggio 2025, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha compiuto una missione strategica: il 28 maggio a Samarcanda per un bilaterale con il Presidente Uzbeko Mirziyoyev, il giorno successivo ad Astana per l’incontro con il Presidente kazako Tokayev e la partecipazione al vertice Asia Centrale–Italia.
Il Kazakistan, grande nove volte l’Italia, è il primo partner commerciale italiano nell’area (5,5 miliardi di euro di interscambio nel 2024). L’Italia è il terzo partner del Paese dopo Russia e Cina.
Il Kazakistan, paese grande 9 volte l’Italia, è di gran lunga il primo nostro partner commerciale dell’Area (5,5 miliardi ca. di interscambio nel 2024) ed ha una solida relazione economica e commerciale con il nostro Paese che è il suo terzo partner commerciale, alle spalle di Russia e Cina, precedendo in questa graduatoria tutti gli altri paesi dell’Ue.
La presenza industriale italiana
Storica la presenza di Eni, attiva sin dal 1992 nei giacimenti di Karachaganak (230.000 barili al giorno, con una quota del 30%) e poi in quelli offshore di Kashagan, ricchi anche di gas. Oggi Eni si sta orientando anche sull’energia verde, con due parchi eolici a Badamsha-Aktobe.
Nell’indotto operano 170 aziende italiane (Fonte: MAECI), tra cui Saipem, Tenaris, Valvitalia, Bonatti, Sicim, nel petrolchimico e costruzioni.
Considerata la morfologia del Paese sono fondamentali i settori:
- Logistica: Savino Del Bene, Tuvia
- Infrastrutture: We Build, Todini (ora in mano al gruppo kazako Prime System KZ)
- Veicoli industriali: joint venture Iveco–Allur Auto
Gli accordi e le prospettive di investimento
La visita ad Astana è stata l’occasione per studiare opportunità di ampliamento e diversificazione della cooperazione bilaterale in campo economico, che ha portato alla firma di Memorandum per un valore di circa 4 miliardi di euro, coinvolgendo importanti gruppi italiani, tra cui Maire Tecnimont, Ansaldo e il fondo sovrano Samruk Kazyna. Gli accordi riguardano lo sviluppo di infrastrutture energetiche e civili, nonché la produzione di componenti per centrali a gas.
Grande attenzione è stata posta alla lavorazione delle materie prime critiche di cui è ricco il Kazakistan – primo al mondo per riserve di uranio, terzo per cromo, rame, zinco, manganese, e dotato di carbone e petrolio (è il quindicesimo produttore mondiale). Tuttavia, la cooperazione si estende anche al manifatturiero, all’agroindustria, alla gestione delle risorse idriche e alle energie rinnovabili.
Tra gli accordi firmati si segnalano anche:
- Quelli traSACE e Cassa Depositi e Prestiti con la Development Bank del Kazakistan, per fornire garanzie alle imprese italiane;
- Quello traICE–Agenzia e Kazakh Invest, per la promozione reciproca degli investimenti.
“Le aziende italiane, grandi e piccole, avranno una corsia preferenziale in Kazakistan” ha dichiarato il Presidente Tokayev al termine della visita del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Sfide burocratiche e doganali per gli investitori
La dichiarazione è stata accolta con favore, ma restano ancora numerose le difficoltà per chi intende operare in Kazakistan. In particolare:
- Procedure doganali lunghe e complesse;
- Standard tecnicinon sempre equiparabili a quelli UE;
- Obbligo dicertificazioni specifiche valide per i Paesi dell’area, come il marchio EAC – European Asian Community.
Sono inoltre applicabili tariffe doganali variabili, con una media del 20% sul valore della merce, oltre a un’IVA del 12%, ridotta per i prodotti alimentari.
(Per conoscere il livello aggiornato delle tariffe doganali si consiglia di consultare il sito ufficiale dell’UE “Market Access Database” alla voce “tariffs”).
Incentivi fiscali e “one stop shop” per attrarre investimenti
Il Kazakistan ha tuttavia mostrato una crescente apertura agli investitori esteri, istituendo un “one stop shop” presso Kazakh Invest, agenzia governativa creata per guidare gli investitori attraverso i passaggi necessari alla costituzione di una società locale.
La tassazione corporate è fissata al 20% sul reddito d’impresa, ma agevolazioni fino alla totale esenzione fiscale sono previste per:
- Chi investe in una delle13 Zone Industriali Speciali, distribuite su tutto il territorio e focalizzate su specifici settori (agroindustria, tessile, trasformazione dei metalli, impianti per tubazioni in rame, componenti per centrali termiche ecc.);
- Chi partecipa aprogrammi di cooperazione pubblico–privato (PPP) collaborando strategicamente con enti statali.
Nonostante questi incentivi, il quadro giuridico rimane nel complesso poco trasparente, con una burocrazia ancora inefficiente e competenze istituzionali sovrapposte. Ciò è dovuto anche alla massiccia presenza dello Stato nell’economia, retaggio della lunga appartenenza del Kazakistan all’Unione Sovietica (fino al 1991).
Crescita e presenza del Sistema Made in Italy
Tuttavia, l’economia kazaka è in espansione, con un PIL previsto in crescita del 3,5% nel 2025–2026 (fonte: Banca Mondiale) e un reddito medio annuo di circa 14.000 dollari. Il 10% della popolazione è stimato come fascia ad alto reddito, particolarmente attratta dal “Made in Italy”.
I dati lo confermano: sono in crescita le esportazioni italiane di:
- Abbigliamento
- Calzature
- Arredamento
Cominciano a emergere anche i settori:
- Alimentare
- Vini, trainati dalla presenza digrandi catene alberghiere e da un flusso turistico in aumento, che predilige le meraviglie naturali del Paese ma soprattutto le architetture avveniristiche della capitale Astana, firmate da progettisti di fama internazionale come Norman Foster.
Oltre ai settori già menzionati, si profilano opportunità anche in ambito medicale e nelle attrezzature di precisione.
Le imprese italiane possono contare su un Sistema Italia ben strutturato, con:
- ICE–Agenzia ad Almaty
- Ambasciata d’Italia ad Astana
- Alcunistudi legali italiani con sedi o corrispondenti locali
- Il sito informativo ufficiale di Kazakh Invest: gov.kz