Il 4 giugno 2025 la Commissione Europea e la Banca Centrale Europea hanno ufficialmente riconosciuto che la Bulgaria soddisfa tutti i parametri richiesti per adottare l’euro. Ciò apre la strada alla sostituzione del lev con la moneta unica a partire dal 1 gennaio 2026, rendendo la Bulgaria il 21° Paese dell’eurozona. L’ultima parola spetta ora al Consiglio Europeo, che si riunirà in luglio. Tuttavia, non si prevedono ostacoli, considerando l’analisi positiva già condivisa da Commissione e BCE.
I parametri di convergenza: un percorso lungo e sudato
Il cammino verso l’euro non è stato scontato. La Bulgaria ha soddisfatto i quattro principali parametri di Maastricht:
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Stabilità dei prezzi: l’inflazione media annua (2,7 %) rientra nei limiti.
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Salute delle finanze pubbliche: nessun deficit eccessivo né debito fuori controllo .
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Stabilità del cambio e tassi d’interesse: rispettati i limiti, grazie anche al currency board ancorato al lev dal 1997.
Nel 2024 l’inflazione aveva già raggiunto il livello necessario, un segnale auspicale in vista delle verifiche.
Risvolti economici e geopolitici
L’entrata nell’eurozona è vista come un potenziale volano per:
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Aumentare gli investimenti esteri e facilitare gli scambi con l’UE, grazie alla rimozione del rischio di cambio.
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Rafforzare il potere di acquisto dei cittadini, anche se resta viva la preoccupazione per possibili ondate inflattive (inflazione percepita) .
Sul piano geopolitico, la decisione segna un passo importante per l’integrazione europea dei Balcani e rafforza il legame tra Sofia e le istituzioni continentali.
Resistenze e tensioni interne
L’adozione dell’euro non è un consenso unanime. Il recente rapporto Eurobarometer mostra un’opinione pubblica divisa: circa il 49 % favorevoli e un 49 % contrari, con solo il 2 % indecisi. Proteste organizzate dal partito nazionalista Rinascita hanno preso d’assalto la missione UE a Sofia, accusando Bruxelles di minare la sovranità nazionale. Politicamente, il Primo Ministro Rosen Zhelyazkov ha definito la data una “memorabile tappa” mentre il Presidente Rumen Radev ha tentato (in vano) un referendum, ritenendolo incostituzionale.
Prossimi passi
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Luglio 2025: il Consiglio Europeo deciderà l’ultima approvazione e fisserà il tasso di cambio definitivo.
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Seconda metà del 2025: lancio della produzione di monete e banconote, comunicazione alle imprese e campagne informative.
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1 gennaio 2026: il lev lascerà spazio al nuovo euro.
Una tappa cruciale: simbolica e concreta, un momento di rottura e d’inclusione dell’Europa orientale nella moneta unica.
Perché questa notizia conta
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Economicamente: ridurrà i costi di transizione e i rischi sui cambi, ma accende il dibattito su inflazione e politica monetaria per un Paese vulnerabile.
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Politicamente: segna l’adesione profonda ai valori e alle regole della UE, mettendo la Bulgaria al centro dell’integrazione di un’Europa che continua ad allargarsi.
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Socialmente: misurerà la resilienza delle istituzioni e la reazione dei cittadini che si interrogano tra identità nazionale e vantaggi concreti.