L’attività economica in crescita ha portato il PIL a un incremento del 3,4% su base annua nella prima metà del 2025. Per il 2026, si prevede un consolidamento della forza economica del Perù, con proiezioni di crescita media che oscillano tra il 3,1% e il 3,2%.
Secondo i principali analisti, tra cui BBVA e Scotiabank, questo slancio sarà alimentato dagli investimenti minerari privati, dallo sviluppo delle infrastrutture e da una robusta domanda interna. Tuttavia, istituzioni come la Banca Mondiale e l’OCSE adottano stime più prudenti, collocando la crescita tra il 2,5% e il 2,6% rispettivamente per il 2026 e il 2027.
Deficit fiscale e stabilità monetaria
Quest’anno, il deficit fiscale del Perù ha registrato una riduzione significativa, passando dal 3,5% del PIL alla fine del 2024 al 2,4% ad agosto. Questo miglioramento è attribuibile agli elevati termini di scambio e a una solida domanda interna, che hanno sostenuto le entrate fiscali. Gli analisti prevedono che il deficit si manterrà su tale livello per il resto dell’anno e si attesterà intorno al 2,3% alla chiusura del 2026. Di conseguenza, il debito pubblico è destinato a rimanere su livelli contenuti.
Nonostante i recenti eventi politici, la valuta peruviana (il Sol) non ha mostrato nervosismo, mantenendosi sotto i 3,45 soles per dollaro USA. Il sol è una valuta stabile e poco volatile grazie ai frequenti interventi della Banca Centrale di Riserva (BCR) in un’economia in parte dollarizzata. Nel 2026, anno di elezioni, il sol dovrebbe rafforzarsi ulteriormente, sostenuto dal surplus estero e dalla normalizzazione della politica monetaria statunitense.
Per quanto riguarda l’inflazione, attualmente prossima al limite inferiore dell’obiettivo della Banca Centrale, si prevede un aumento graduale, pur restando entro limiti ampiamente accettabili. Le proiezioni indicano l’1,8% per quest’anno e il 2,5% per il prossimo. Questa prospettiva sui prezzi, unita alla posizione ciclica dell’economia peruviana, è coerente con un tasso di politica monetaria neutrale. Il tasso di interesse di riferimento, già al 4,25%, si colloca a questo livello, rendendo molto probabile che rimanga invariato nei mesi a venire.
Raccomandazioni del Fondo Monetario Internazionale per il Perù
Lo scorso giugno, a conclusione di una missione in Perù, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha pubblicato le sue previsioni e raccomandazioni. Il FMI ha rilevato che l’economia peruviana si è ripresa da una serie di shock, tra cui calamità naturali e disordini sociali.
L’inflazione si è stabilizzata all’interno della fascia obiettivo, grazie a un tempestivo e deciso inasprimento monetario da parte della banca centrale, seguito da un graduale allentamento. Il settore finanziario si mantiene solido e redditizio, e l’avanzo delle partite correnti è ulteriormente migliorato, supportato da favorevoli ragioni di scambio.
Tuttavia, il FMI evidenzia un indebolimento della posizione di bilancio e sottolinea come la persistente incertezza politica stia pesando sulle prospettive economiche e sulla volontà di attuare riforme strutturali essenziali per stimolare la crescita potenziale.
Prospettive di crescita
Il FMI prevede che la crescita si attesterà al 2,8% nel 2025, sostenuta da un andamento positivo dei consumi privati e da elevati investimenti pubblici. Ciononostante, le tensioni pre-elettorali in vista del 2026 potrebbero frenare la ripresa degli investimenti privati. Il primo impatto dei dazi e il rallentamento della crescita globale sono visti come fattori negativi, sebbene relativamente moderati. L’inflazione è prevista rimanere entro l’obiettivo dell’1,3%. Il saldo delle partite correnti dovrebbe mantenere un avanzo dell’1,7% del PIL nel 2025, con bassi rischi di finanziamento esterno e di rinnovo del debito. Ma ci sono fattori di rischio:
- Esterno: l’incertezza prolungata delle politiche commerciali e la volatilità dei mercati finanziari rappresentano i principali rischi per la crescita globale e i prezzi delle materie prime. Altri rischi includono condizioni finanziarie più restrittive e la volatilità dei prezzi delle materie prime.
- Interno (breve termine): i rischi principali comprendono l’intensificarsi dell’incertezza politica, disordini sociali legati a problemi di sicurezza e shock meteorologici.
Il Perù mantiene un’elevata resilienza macroeconomica grazie ad ampi margini di sicurezza, quali: basso debito pubblico, abbondanti riserve internazionali, accesso ai mercati dei capitali internazionali a condizioni favorevoli e ampio margine per affrontare shock economici.
Il bilancio 2025 prevede un deficit del 2,2% del PIL, in linea con l’obiettivo rivisto della regola fiscale. Saranno necessari sforzi aggiuntivi, pari a circa lo 0,4% del PIL, per rispettare l’obiettivo di deficit fiscale per il 2025, specialmente in un anno pre-elettorale, nonostante il previsto rimbalzo delle entrate fiscali.
Nel medio termine, occorreranno ulteriori misure di risanamento fiscale per rispettare gli obiettivi di deficit e il tetto del debito. Ma sono urgentemente necessarie riforme strutturali per stimolare la crescita potenziale.
Recenti iniziative mirano ad accelerare il coinvolgimento del settore privato nei progetti di investimento pubblico e a semplificare le normative più gravose, contribuendo a rilanciare gli investimenti privati. Ma necessitano riforme urgenti, quali:
- Aggiornamento del quadro di decentramento fiscale per incentivare gli investimenti nel settore minerario critico.
- Riforma delle normative sul lavoro e fiscali per ridurre i costi eccessivi per la crescita aziendale.
- Miglioramento dell’indipendenza e dell’integrità degli organi giudiziari per combattere la corruzione.
- Rafforzamento della resilienza ai disastri naturali.
- Sfruttare le opportunità offerte dalle tecnologie digitali e dall’intelligenza artificiale.
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