Repubblica del Sud Africa

Un contesto sociopolitico e geografico del tutto diverso caratterizza invece l’economia della Repubblica del Sudafrica, che con i suoi 64 milioni di abitanti rappresenta la seconda economia del continente per valore del PIL (dopo la Nigeria), ma è al contempo la più industrializzata e quella con il più alto reddito pro capite annuo, pari a 6.100 dollari. Dopo un lungo periodo di stagnazione, il Sudafrica sembra ora avviarsi verso una fase di ripresa, che secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale, dovrebbe tradursi in una crescita del PIL del 2,5% nel corso dell’anno in corso.

Ulteriori segnali positivi giungono dall’assestamento della moneta locale, il Rand, rispetto alle principali valute internazionali, dalla riduzione dell’inflazione – attualmente al 2,9% – e da un incremento della spesa per consumi. Tuttavia, la disoccupazione rimane elevata, stabile da anni intorno al 30%. È importante ricordare che in Sudafrica risiedono oltre quattro milioni di immigrati provenienti da altri Paesi africani, prevalentemente insediati nelle periferie delle grandi città come Città del Capo, Johannesburg e Durban.

L’Operazione Valuindela

La recente imposizione di dazi del 30% da parte degli Stati Uniti – uno dei principali destinatari delle esportazioni sudafricane, soprattutto nei settori automobilistico e metallurgico – potrebbe portare a una revisione al ribasso delle previsioni di crescita economica del Paese.

La ripresa economica del Sudafrica è comunque legata all’attuazione delle riforme già annunciate nel 2022 attraverso il programma denominato “Operazione Vulindela”, promosso dal Presidente della Repubblica Cyril Ramaphosa. L’obiettivo è quello di migliorare in modo strutturale settori strategici come l’elettricità, l’acqua, i trasporti e le telecomunicazioni, attualmente gestiti in modo inefficiente dalle aziende pubbliche competenti. Le criticità strutturali si traducono in frequenti interruzioni nell’erogazione dell’energia elettrica, razionamento idrico, lentezza delle telecomunicazioni, con impatti negativi diffusi su tutti i comparti economici e con ripercussioni anche sull’export, in particolare verso i Paesi confinanti – Namibia, Botswana e Mozambico – che fanno parte della zona di libero scambio SADC-EPA (South African Development Community).

Il processo di riforme sta iniziando a produrre alcuni risultati concreti, anche grazie al nuovo impulso politico impresso dal governo di unità nazionale, in carica dal luglio 2024. In questa nuova compagine, il partito centrista-liberale Democratic Alliance, insieme ad altre formazioni minori, affianca lo storico African National Congress (ANC), il partito di Nelson Mandela, che ha perso la maggioranza assoluta in Parlamento alle ultime elezioni, dopo averla mantenuta per oltre trent’anni.

Questo nuovo assetto istituzionale ha comportato la sostituzione dei vertici delle principali società pubbliche con figure di comprovata competenza professionale (fonte: Bloomberg), migliorando così l’efficienza operativa nei settori critici sopra menzionati. In questi ambiti si registra una significativa presenza italiana, con aziende come Ansaldo Energia, Building Energy ed Enel Green Power, quest’ultima impegnata nella gestione di quindici impianti eolici e solari per una capacità complessiva superiore a 800 MW. Questi impianti forniscono energia alla compagnia elettrica nazionale ESKOM, nell’ambito del Programma Nazionale di Sviluppo (REIPP).

Numerose altre aziende italiane – tra cui CNH/Iveco (a testimonianza dell’importanza del settore agricolo), Lucchini, Leonardo, WeBuild, Ferrero, Saipem e Mapei – operano nel Paese e utilizzano il Sudafrica come base per accedere anche ad altri mercati della regione. Il potenziale di crescita, i programmi infrastrutturali e i livelli di istruzione mediamente più alti rispetto alla media del continente costituiscono fattori di attrattività, facilitando la disponibilità di quadri e tecnici qualificati.

Anche SACE è presente con un ufficio a Johannesburg, a conferma delle potenzialità economiche che il Sudafrica offre alle imprese italiane.

Le relazioni Italia – Sud Africa

L’interscambio commerciale tra Italia e Sudafrica ha raggiunto, nel 2024, un valore complessivo di 4,3 miliardi di euro (dati ISTAT), con una bilancia commerciale pressoché in equilibrio: 2,13 miliardi di euro di esportazioni italiane e 2,19 miliardi di importazioni. L’andamento si mantiene stabile nel corso dell’ultimo triennio.

I principali prodotti esportati dall’Italia sono macchinari e apparecchiature elettriche, derivati del petrolio, prodotti chimici e beni di consumo, tra cui articoli di moda, gioielleria e prodotti alimentari. Le importazioni dal Sudafrica, invece, sono dominate dai prodotti metallurgici (che rappresentano il 50% del totale) e dalle materie prime estratte da miniere e cave, tra cui oro, platino, diamanti, cromo e altri minerali.

Anche in Sudafrica, la qualità della tecnologia e dei prodotti italiani è riconosciuta e apprezzata, così come l’impegno istituzionale dell’Italia per promuovere uno sviluppo economico sostenibile e inclusivo su scala continentale, in linea con i principi del Piano Mattei.

Il Sudafrica, insieme agli altri Paesi dell’area SADC-EPA (Southern African Development Community – Economic Partnership Agreement), ha stipulato un Trattato di Libero Scambio con l’Unione Europea, in vigore dal 2016, che prevede la liberalizzazione totale degli scambi commerciali tra le due aree entro il 2026.

A questo accordo si è aggiunta, in occasione del recente vertice Sudafrica–UE del 13 marzo, un’intesa per un “Partenariato per il commercio e gli investimenti puliti”, che include un pacchetto di investimenti da parte dell’Unione Europea pari a 4,7 miliardi di euro, nell’ambito del programma “Global Gateway”, destinato quasi interamente allo sviluppo delle energie rinnovabili. Alla luce delle recenti decisioni degli Stati Uniti di introdurre dazi penalizzanti, anche per numerosi Paesi africani, questa intesa assume un rilievo strategico particolarmente significativo. L’accordo – il primo del suo genere – conferma l’importanza dei rapporti tra il Sudafrica e l’Unione Europea, che si conferma primo partner commerciale e maggiore investitore nel Paese. I legami economici con Germania, Paesi Bassi e Belgio sono particolarmente rilevanti, e si pongono davanti a quelli con Cina, Stati Uniti, India, Giappone e Regno Unito.

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