«Nessun Paese potrà mai prosperare veramente se soffoca il potenziale delle donne e si priva del contributo di metà dei suoi cittadini» (Michelle Obama). Negli ultimi anni il tema della leadership femminile e delle difficoltà avvertite dalle donne nel raggiungimento di posizioni managerialiall’interno delle aziende sono diventati importanti argomenti di dibattito, specialmente a fronte del fatto che attualmente la popolazione femminile rappresenta la metà della forza lavoro globale. I recenti movimenti di rivendicazione dei diritti delle donne e della parità di genere hanno mostrato che, nonostante il numero delle donne che ricoprono incarichi di rilievo sia in aumento tanto nel mondo degli affari quanto in quello della politica, esistono ancora una serie di ostacoli strutturali e sociali che impediscono la piena affermazione di una leadership femminile forte e diffusa.
LE DONNE CEO SONO ANCORA TROPPO POCHE
Secondo la classifica stilata da Dow Jones a gennaio 2019, Women CEOs of the S&P 500, la percentuale di donne che ricoprono ruoli diamministratore delegato nelle 500 principali compagnie del mondo si aggira intorno al 4,8% (24 aziende): un dato davvero esiguo se si pensa che il 44% dei dipendenti di queste imprese è composto da donne. Bassa anche la percentuale di figure femminili in posizioni di senior manager(26,5%), e quella dei posti nei consigli di amministrazione detenuti da dirigenti donne (21,2%). Queste cifre rendono di fatto difficile abbattere quel famoso glass ceiling ampiamente analizzato in letteratura e contro il quale gran parte delle professioniste di ogni settore continua a scontrarsi.
L’ALTA PRESENZA FEMMINILE TRA I MANAGER MIGLIORA LE PERFORMANCE AZIENDALI
Questi risultati dovrebbero indurre le aziende a predisporre una serie di misure volte a diminuire il gap della rappresentazione femminile in posizione di leadership per un duplice motivo. Non solo perché il loro impegno segnerebbe un importante passo nella riduzione degli ostacoli che impediscono una sostanziale parità di genere all’interno della società, ma anche perché genererebbe un considerevole impatto sull’immagine di un’azienda e sulla sua organizzazione interna. È un dato ormai consolidato da anni di ricerche e analisi che una forte presenza femminile nei consigli di amministrazione influisca positivamente sulla performance finanziaria di un’impresa e che un elevato numero di donne in posizioni manageriali ne aumenti il capitale reputazionale. La sfida è dunque rivolta a individuare i fattori che causano questo squilibrio all’interno delle aziende e ridurne progressivamente le conseguenze.