Obiettivo Arabia Saudita

La visita del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Arabia Saudita, avvenuta nell’ultima settimana di gennaio, ha segnato un innalzamento del livello di cooperazione tra i due Paesi, portandolo a quello di un “partenariato strategico”. Oltre ai temi della collaborazione economica bilaterale, la visita ha aperto la strada a una visione condivisa e a possibili sinergie non solo nell’area mediorientale, ma anche in altri scenari geo-economici, a partire dall’Africa. Questo continente rappresenta un obiettivo primario per l’attuale governo italiano attraverso la realizzazione del Piano Mattei, in cui l’Arabia Saudita è un investitore di primo piano.

La crescita dei rapporti bilaterali e il ruolo dell’Arabia Saudita

Negli ultimi tre anni, i rapporti bilaterali tra Italia e Arabia Saudita sono cresciuti sensibilmente, spinti dalla necessità di una maggiore collaborazione in campo energetico a seguito dello stop alle forniture dalla Russia, dalla critica situazione geopolitica in Medio Oriente – che ha coinvolto di recente anche Siria e Libano – e dal rinnovato dinamismo dell’economia saudita. Questo dinamismo è stato innescato dal Principe ereditario e Primo Ministro, Mohammed bin Salman bin Abdulaziz, attraverso l’ambizioso piano “Saudi Vision 2030”, che ha attirato l’interesse di molte aziende italiane per le opportunità legate allo sviluppo delle energie rinnovabili e alla realizzazione di mega-progetti urbanistici. L’obiettivo della strategia saudita è trasformare il Paese in un’economia di servizi legati al turismo, all’intrattenimento e all’innovazione sostenibile, riducendo progressivamente la dipendenza dagli idrocarburi.

L’ambizioso piano di sviluppo del Principe ereditario e il peso del petrolio

Nonostante questa volontà di diversificazione economica, l’Arabia Saudita resta il primo esportatore mondiale di petrolio (con una quota del 16,5% sul totale globale) e il secondo produttore mondiale, preceduto solo dagli Stati Uniti, che hanno notevolmente ampliato il loro volume di estrazioni nell’ultimo decennio. Tuttavia, la sostenibilità degli ambiziosi piani di sviluppo sauditi, stimati in 1.000 miliardi di dollari, dipende ancora in larga misura dal prezzo del petrolio, attualmente oscillante tra 75 e 80 dollari al barile. Un valore inferiore a questa soglia renderebbe difficilmente sostenibili molti dei progetti previsti.

Il ruolo geopolitico dell’Arabia Saudita e le relazioni internazionali

Sebbene le principali agenzie di rating continuino ad assegnare alla monarchia saudita il più alto livello di affidabilità creditizia, le recenti fluttuazioni del prezzo del greggio – dovute a una congiuntura economica globale sfavorevole – rappresentano una sfida. A complicare ulteriormente il quadro ci sono le pressioni del presidente USA Donald Trump, che ha più volte invitato la famiglia regnante saudita ad agire in seno all’OPEC per incrementare i livelli di estrazione e contenere i costi del petrolio, anche se questo andrebbe contro le esigenze finanziarie saudite nel breve termine.
Un ulteriore elemento da considerare è il fatto che la valuta saudita, il Riyal Saudita (SAR), è ancorata al dollaro USA con un tasso di cambio fisso di 3,75 SAR per 1 USD. Questo significa che l’economia saudita risente direttamente delle politiche economiche e monetarie statunitensi, con tutte le implicazioni che ne derivano.
In questo contesto di dinamiche economiche e geopolitiche di ampio respiro, i rapporti bilaterali tra Italia e Arabia Saudita stanno assumendo una rilevanza sempre maggiore, con il Regno Saudita che consolida il proprio ruolo non solo come produttore di idrocarburi, ma anche come attore chiave in Africa e nel subcontinente asiatico, con relazioni di crescente importanza con India e Pakistan.
L’importanza strategica di questi rapporti è confermata dagli incontri ad alto livello che hanno preceduto la visita del Presidente del Consiglio. Nei mesi precedenti, infatti, si sono recati a Riyad i ministri italiani degli Esteri, della Difesa, dell’Ambiente e delle Imprese e del Made in Italy. Quest’ultimo ha anche promosso un Forum Imprenditoriale a Milano, lo scorso autunno, in collaborazione con il Ministero degli Investimenti saudita, che ha visto la partecipazione di oltre 300 aziende.

L’export – import Italia Arabia Saudita

A conferma della crescente attrattività del mercato saudita, il valore delle esportazioni italiane è aumentato significativamente negli ultimi tre anni, passando dai 3,3 miliardi di euro del 2021 ai 5,6 miliardi stimati per il 2024 (dato calcolato sulla base dei primi dieci mesi dell’anno). Questo incremento è stato trainato soprattutto dal settore dei beni ad alto valore aggiunto, con il comparto dei macchinari che rappresenta circa il 50% del totale export. Importante anche l’export di materiali edili, ceramiche e macchine per movimento terra, essenziali per lo sviluppo infrastrutturale del Paese.
Un settore particolarmente positivo è quello del design e dell’arredamento, che include mobili e complementi d’arredo, oltre alla progettazione architettonica di alto livello. Un esempio significativo è la Concert Hall di Al Ula, un’opera realizzata da uno studio di progettazione italiano. Questa struttura, unica nel suo genere, è interamente ricoperta di specchi, creando un effetto di totale integrazione con il paesaggio desertico circostante. Non a caso, è proprio nella suggestiva località di Al Ula, patrimonio UNESCO, che il Principe ereditario saudita ha accolto il Presidente del Consiglio italiano.
Per quanto riguarda le importazioni, l’Italia dall’Arabia Saudita acquista principalmente petrolio. Nel 2022, con il prezzo del greggio superiore ai 100 dollari al barile, il valore delle importazioni petrolifere dall’Arabia Saudita ha raggiunto un picco di 7,4 miliardi di euro. Tuttavia, nel 2024, con un prezzo del petrolio intorno agli 80 dollari al barile, il valore stimato delle importazioni si attesta sui 4,3 miliardi di euro.

Gli accordi tra Italia e Arabia Saudita

Durante la visita del Primo Ministro italiano sono stati siglati numerosi accordi di cooperazione relativi ai progetti di “Vision 2030”, che spaziano dall’energia rinnovabile, alle infrastrutture e alla cantieristica (Fincantieri), al manifatturiero (joint-venture per una fabbrica della capacità di tre milioni di pneumatici tra Pirelli ed il Fondo Sovrano Saudita), all’espansione della collaborazione nel settore della difesa attraverso il Memorandum siglato tra il gruppo Leonardo e  l’ Autorità per l’Industria militare (Gami).
Significativi i Memorandum del valore di 6,6 miliardi di dollari siglati da SACE, per agevolare garanzie di finanziamento legate

  • alla partecipazione di aziende italiane, anche PMI, ai piani di sviluppo del Paese, a partire da quelli legati alla realizzazione della mega-city di NEOM (infrastrutture, trasporti, edilizia), che vede coinvolto in prima linea il gruppo WeBuild;
  • allo sviluppo di fonti di energia rinnovabile e tecnologie per l’idrogeno e l’ammoniaca verde oggetto dell’accordo tra il gruppo ACWA POWER e la SNAM, finalizzato alla realizzazione di una catena di fornitura destinata, attraverso l’Italia, a raggiungere anche altri paesi europei.

Inoltre, SACE ha siglato un accordo anche con la Banca Araba per lo Sviluppo Industriale in Africa (BADEA) per la realizzazione di progetti italo-sauditi nei paesi oggetto del Piano Mattei per l’Africa (Congo, Tanzania, Senegal, Ghana, Uganda, Etiopia, Marocco, Algeria, Egitto, Tunisia) a dimostrazione di come sia crescente il peso economico e politico dell’Arabia Saudita non solo nell’area mediorientale ma anche nel continente africano, dove, secondo un rapporto Afreximbank,  gli investimenti diretti sauditi nel periodo 2013-2023 hanno raggiunto il valore di 26 miliardi di dollari.

Le opportunità per le imprese italiane

In un prossimo articolo affronteremo più in dettaglio le metodologie per un approccio ottimale al mercato Saudita che, anche se di non facile approccio, rappresenta un’opportunità per le imprese italiane. Le riforme messe in atto negli ultimi anni hanno sicuramente migliorato le procedure e reso più agevoli  gli adempimenti necessari agli operatori ed agli investitori stranieri, anche se rimangono piuttosto farraginose, in alcuni casi le modalità di sdoganamento e la partecipazione alle gare indette dagli enti pubblici locali, alle quali è consigliabile partecipare attraverso un partner locale, in quanto la partecipazione alle gare d’appalto è indispensabile per inserirsi in tutte le fasi legate alla realizzazione dei progetti infrastrutturali in corso in Arabia Saudita: dal design, alla costruzione e alla fornitura di prodotti e materiali.

Di seguito alcuni siti ufficiali utili per seguire i bandi di gara emessi dalle Autorità locali e per seguire l’avanzamento dei 24 “megaprojects” di Saudi Vision 2030:

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