In crescita tendenziale ancora 3 province su 4, ma risultano in minoranza nel Sistema Casa e nei Servizi
I dati da poco pubblicati da ISTAT, relativi al commercio estero dei territori italiani nel 1° trimestre 2023, ed elaborati da ExportPlanning documentano una riduzione dei territori in crescita tendenziale, con circa il 73% delle province italiane che hanno registrato una variazione positiva del proprio export in valore.
Si tratta di una quota tuttora maggioritaria, ma più contenuta di quella che aveva caratterizzato l’ultimo trimestre del 2022 (89.8%) e, soprattutto, la media dello scorso anno (93.5%). In particolare, l’evidenza di crescite tendenziali maggioritarie è un fenomeno che accomuna le principali aree geografiche del paese (Nord, Centro, Sud), ma non, invece, i principali comparti.
Come documenta la tabella qui sotto riportata, nel Sistema Casa e nel comparto dei Servizi la quota delle province in crescita tendenziale nei valori esportati nel primo trimestre del 2023 risulta leggermente inferiore al 50%. Si conferma invece ampiamente maggioritaria la quota di province in crescita tendenziale nel comparto Agroalimentare (85%) e, in misura meno pronunciata, nel Sistema Moda (71%), nella Metalmeccanica (68.2%) e nella Chimica – Farmaceutica (60.7 per cento).
Nord Italia: province trainanti e frenanti
L’analisi degli scostamenti dei valori esportati nel 1° trimestre dell’anno rispetto al corrispondente periodo 2022 evidenzia, per i territori del Nord Italia, i maggiori incrementi nei valori assoluti per le province di Milano (+1.8 miliardi di euro, corrispondenti al +14.5 per cento tendenziale)1, Torino (+1.3 miliardi di euro, pari al +21.2 per cento, grazie soprattutto ai nuovi progressi del settore autoveicoli2) e, in misura minore, di Bergamo (+602 milioni di euro, grazie alla performance del comparto metalmeccanico) e Bologna (+600 milioni di euro, grazie soprattutto alla performance del settore macchine per imballaggio3).
Da sottolineare anche i contributi alla crescita (con incrementi tendenziali superiori ai 300 milioni di euro) provenienti dalle province di Verona, Padova, Cuneo, Reggio Emilia4, Modena5 e Alessandria.
Di contro, vanno evidenziati i segni “meno” delle dinamiche tendenziali delle esportazioni delle province di Gorizia (-648 milioni di euro, a causa di un ulteriore ridimensionamento dei flussi del settore nautico sul mercato USA), Parma (-637 milioni di euro, a causa di una rilevante flessione tendenziale del settore farmaceutico sul mercato statunitense [-874 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022]) e, in misura minore, Mantova (-218 mln €) e Genova (-123 mln €).
Centro Italia: province trainanti e frenanti
Il confronto dei dati del 1° trimestre 2023 rispetto al corrispondente trimestre 2022 per i territori del Centro Italia vede nuovamente la provincia di Ascoli Piceno come provincia trainante, non solamente a livello di area ma anche a livello nazionale (+3.9 miliardi di euro rispetto al corrispondente periodo 2022), grazie al proseguimento dell’ottima performance del settore farmaceutico (si veda il grafico sotto riportato). Performance riconducibile soprattutto alla fortissima crescita segnata verso il mercato cinese (+3.5 miliardi di euro), come già documentato in un recente articolo ExportPlanning.
Di contro, si rilevano le performance negative nel 1° trimestre dell’anno per l’export delle province di Latina (-682 milioni di euro rispetto al 1° trimestre 2022) e Frosinone (-369 mln €), entrambe penalizzate dalle flessioni del settore farmaceutico (con cali tendenziali rispettivamente di 696 e 267 milioni di euro).
Sud Italia: province trainanti e frenanti
Le performance nel 1° trimestre 2023 dei territori del Mezzogiorno evidenziano i migliori risultati di crescita per l’export della provincia di Napoli (+728 milioni di euro rispetto al corrispondente periodo 2022)6, seguita – a distanza – da Salerno, Taranto, Cagliari e Potenza.
Di contro, nel primo trimestre dell’anno hanno registrato performance tendenziali negative nei valori in euro le esportazioni delle province di Siracusa (-102 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022), Bari (-86 mln €), Brindisi e Messina.
Fonte: Marcello Antonioni, ExportPlanning