Prima l’equiparazione dei liberi professionisti alle PMI, oggi la possibilità di accedere ai fondi europei. Grazie alla Legge 208/2015, la cosiddetta Legge di Stabilità, i professionisti, così come le piccole e medie imprese, possono accedere ai fondi strutturali europei, ossia quegli strumenti per la politica di coesione dell’Unione Europea, pensati per favorire la crescita economica e occupazionale degli stati membri, stanziati per il periodo 2014/2020.
In particolare, la Legge di Stabilità ha introdotto, anche per coloro che svolgono la libera professione, la possibilità di accesso ai fondi FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e FSE (Fondo Sociale Europeo) nonché ai Piani operativi PON (Programma Operativo Nazionale) e POR (Piano Operativo Regionale).
In base alla Regione di appartenenza, inoltre, sono previsti specifici bandi per esempio per l’accesso al microcredito (anche se nel 2018 cambieranno le norme e le percentuali a garanzia del credito concesso) o il finanziamento per le nuove attività.
Prima di questa norma i professionisti potevano partecipare a gare ed appalti solo attraverso un contratto con un’impresa, che una volta aggiudicata una gara, aveva facoltà di coinvolgere professionisti specializzati per la realizzazione di parti del progetto.
Oggi invece per i lavoratori autonomi è possibile partecipare sia singolarmente sia con formule di aggregazione temporanea con altri professionisti, ovvero in rete con le imprese oppure in consorzi, così come regolato dalla norma contenuta nell’articolo 12 legge 81/2017, il cosiddetto Jobs Act, che consente la partecipazione dei lavoratori autonomi agli appalti pubblici stabilendone le regole.
La norma è in vigore dal 14 giugno 2017, ma non ancora molto pubblicizzata. Le Pubbliche Amministrazioni, infine, sono tenute a favorire l’accesso alle informazioni sulle gare pubbliche dei lavoratori autonomi e dei professionisti e la loro partecipazione alle procedure di aggiudicazione.