Dazi, crisi e instabilità: perché l’export resta un’opportunità

Le tensioni geopolitiche, le guerre, le incertezze finanziarie e le crisi ambientali non devono essere viste come ostacoli insormontabili, ma come sfide e opportunità da gestire strategicamente. La storia dimostra che le aziende che esportano crescono più velocemente, hanno maggiore resilienza economica e sfruttano al meglio le potenzialità dei mercati internazionali.
Durante la crisi del 2008, le aziende italiane che esportavano riuscirono a reggere meglio il crollo del mercato interno.

La diversificazione geografica riduce i rischi

Le aziende che esportano in più paesi ridistribuiscono il rischio: se un mercato rallenta, un altro può compensare le perdite. E non tutti i mercati sono in crisi: il Sud-Est Asiatico, il Giappone, il Medio Oriente e l’America Latina registrano forti crescite della domanda. Inoltre cresce l’apprezzamento per i prodotti di lusso e agroalimentare italiano in paesi come Cina, Vietnam, UAE. E a livello globale macchinari, moda, alimentare e farmaceutico restano i settori di punta dell’export italiano.

Non bisogna avere paura, quindi, e guardare ai mercati esteri con fiducia è la ricetta per cogliere al meglio le opportunità che si aprono per le aziende italiane.
Le aziende possono navigare nelle acque dei mercati globali con il massimo contenimento del rischio d’impresa, rispettando alcune regole fondamentali.

Saper scegliere i mercati

Non tutti i paesi sono uguali. Per identificare i mercati esteri più favorevoli occorre analizzare domanda locale, barriere doganali e competitors, utilizzando fonti autorevoli e istituzionali.

Studiare le regolamentazioni e gli accordi commerciali

Molti mercati esteri oltre ai dazi, hanno barriere tariffarie e non tariffarie, visibili e invisibili (es. certificazioni, etichettatura, norme sanitarie, packaging e contingentamenti). È necessario quindi informarsi sulle legislazioni, sugli usi e costumi e sulle consuetudini che regolano quei mercati per adeguare il prodotto alle esigenze dei consumatori.

Costruire un network di relazioni internazionali

Partecipare a fiere, eventi B2B e missioni commerciali aiuta a entrare in contatto con nuove realtà e clienti. Una rete di business partner affidabile è un asset indispensabile per l’azienda, che esige coerenza e trasparenza.

Adottare strategie digitali

L’e-commerce internazionale cresce del 15% annuo: è fondamentale avere un sito multilingua, strategie SEO e marketplace locali. Per esempio: un brand italiano di moda che utilizza WeChat in Cina vende il 40% in più rispetto a chi non ha un canale digitale.

In conclusione, le tensioni globali sono cicliche. Le aziende che affrontano con metodo e cognizioni di causa l’internazionalizzazione affrontano meglio le crisi e colgono opportunità che altre imprese, focalizzate solo sul mercato interno, non vedono.

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