I primi nove mesi del 2024 registrano un calo dell’export, ma il nostro saldo commerciale, grazie a una più marcata flessione dell’import, risulta superiore del 20% rispetto a quello dell’analogo periodo del 2023.
Analizziamo i dati. Secondo una rilevazione di SACE, nel corso dei primi nove mesi del 2024 le esportazioni italiane hanno subito una modesta flessione (-0,7%) rispetto ai nove mesi del 2023. La flessione è stata più marcata verso i paesi dell’Unione Europea (-2,4%) che verso quelli Extra Ue (-1,1%).
Dall’analisi InfoMercati Esteri su dati Istat, spicca il segno negativo della Germania, nostro primo cliente, con un calo del – 5,6%, seguito da quello della Francia (-2,3%). In controtendenza le esportazioni verso la Polonia (+1,4%), la Spagna (+3,3%) e i Paesi Bassi (+4,7%), che hanno un grande flusso di commercio di transito.
La situazione nei mercati extra UE, registra il flusso di esportazioni verso Gli Stati Uniti, nostro secondo mercato di esportazione in leggerissima flessione (-0,2%). Positivo l’export verso il Regno Unito (+2,8%), mentre molto negativo è il dato relativo alla Cina (-24,7%), così come è in flessione, relativamente ai primi nove mesi, l’export verso la Corea del Sud (- 3,2%). In controtendenza il Giappone che registra un +5,9%, il Brasile (+9%) e la Turchia, che ha registrato +23,5%. Molto positivo anche il nostro export sia verso gli Emirati Arabi Uniti (+22,3%) sia verso l’Arabia Saudita (+26,2%).
Per quanto riguarda i Paesi del Nord Africa la migliore performance si registra in Marocco (+2,1%), stabile quella verso l’Algeria, in lieve calo quella verso la Tunisia (-2,5%).
Alla flessione complessiva dell’andamento del nostro export nei primi nove mesi, fa da contraltare una più marcata flessione dei valori dell’import, soprattutto prodotti energetici (gas e petrolio) per cui il nostro saldo commerciale, che si aggira intorno ai 51miliardi di euro, risulta superiore del 20% rispetto a quello dell’analogo periodo del 2023.
Relativamente all’andamento settoriale si conferma, complessivamente il buon andamento di prodotti alimentari, della gioielleria, del chimico-farmaceutico e dei prodotti medicali.
Di contro, negative le performance del comparto dei veicoli e dei settori ad esso collegati, dei beni strumentali, primaria voce del nostro export, così come di quelli relativi ai settori legati all’energia, in particolare i prodotti della raffinazione del petrolio.