L’italiano istituzionale e la comunicazione pubblica

“La lingua italiana può aiutare la trasformazione digitale del nostro Paese e, in particolare, può favorire la comunicazione delle amministrazioni pubbliche. L’Italiano istituzionale è il modello di lingua per i testi ufficiali delle organizzazioni, per comunicare in modo chiaro, comprensibile, preciso e accessibile al maggior numero di persone e di dispositivi digitali. Nel volume sono descritte le caratteristiche dei linguaggi istituzionali delle PA e sono fornite indicazioni su come progettare testi istituzionali mediali accessibili. È una guida per i professionisti della comunicazione che devono sviluppare abilità di scrittura nel contesto di attività d’informazione e comunicazione del settore pubblico”.  

L’italiano istituzionale è la lingua chiara e comprensibile delle leggi, degli atti amministrativi, delle sentenze, degli avvisi pubblici, dei moduli e delle bollette delle tasse da pagare, delle notizie dei tanti media delle istituzioni, dai siti web ai social. Una lingua che mette in comunicazione facilmente le istituzioni tra loro e con i cittadini. Una lingua che varia a seconda dei contesti comunicativi e degli scopi dell’istituzione che comunica: passando dall’italiano tecnico dei linguaggi speciali del diritto e dell’amministrazione a quello più semplice dei linguaggi mediali che utilizzano linguaggi comunicativi del giornalismo e della pubblicità. L’italiano istituzionale per la comunicazione pubblica è tutto questo: una lingua scritta e parlata dalle istituzioni che la codifica digitale e mediale sta trasformando, arricchendosi non solo con l’ipertestualità, l’indicizzazione e la crossmedialità ma anche con l’interoperabilità tra sistemi informativi, l’interazione con il pubblico e l’ibridazione dei linguaggi. Un italiano usabile da istituzioni capaci di evolversi e di fare evolvere il web 3.0 in 4.0 e oltre.

La buona padronanza della lingua italiana è una competenza chiave per istituzioni e aziende. È una soft skill per la formazione di comunicatori e di manager per i quali il buon uso della lingua italiana è funzionale a pensare, comunicare e migliorare le performance aziendali. Per molto tempo non solo i linguisti hanno considerato che la lingua parlata e scritta dalle amministrazioni pubbliche, il cosiddetto burocratese, fosse un ostacolo per buona amministrazione. Barriera per la trasparenza amministrativa, per l’accessibilità ai dati pubblici e ai documenti ufficiali. Il segno dei tempi in cui alle PA poco importa la leggibilità e la comprensibilità dei testi. Una PA per cui la reputazione non è un valore da perseguire attraverso relazioni pubbliche. Questi tempi non finiranno se non si punterà sulla formazione linguistica dei comunicatori. È tempo di formare professionisti della comunicazione e manager per i quali l’italiano istituzionale sia il modello di lingua per farsi capire da persone che non sono più solo utenti o contribuenti, ma “co-designer” che partecipano alle decisioni, co-progettando i servizi digitali, ridisegnando in base ai propri bisogni, organizzazioni accessibili a tutti, persone e dispositivi digitali.

Leggi e atti amministrativi scritti male e comunicati peggio sono più difficili da capire e dunque da rispettare. Alle istituzioni serve una lingua chiara per favorire la conoscenza delle disposizioni normative e facilitarne così l’applicazione. Una lingua semplice per favorire l’accesso ai servizi pubblici e per diffondere conoscenze allargate e approfondite su temi di rilevante interesse pubblico e sociale. Una lingua accessibile per favorire i processi interni di semplificazione delle procedure e di modernizzazione degli apparati, la conoscenza dell’avvio e del percorso dei procedimenti amministrativi. Una lingua utile a promuovere l’immagine delle amministrazioni, dell’Italia, in Europa e nel mondo, rendendo noti e visibili gli eventi d’importanza locale, regionale, nazionale ed internazionale. Queste sono le principali finalità della legge 150/00 (art. 1) che disciplina le attività d’informazione e comunicazione nelle amministrazioni pubbliche. Una legge che molti vorrebbero cambiare quando, invece, andrebbe semplicemente fatta rispettare. È una norma che delinea chiari principi e finalità. Una norma che ha istituzionalizzato strutture per l’informazione e la comunicazione nelle PA in cui devono operare diversi professionisti con differenti specializzazioni che le evoluzioni tecnologiche trasformano giorno per giorno. La legge 150/00, se applicata e rispettata, creerebbe tanti posti di lavoro per chi si occupa di comunicazione, relazioni pubbliche e giornalismo.

Il mio libro è una guida per i professionisti della comunicazione che devono sviluppare abilità di scrittura nel contesto di attività d’informazione e comunicazione del settore pubblico.  Professionisti capaci di usare, trasmettere e innovare l’italiano istituzionale come modello di lingua per le comunicazioni ufficiali delle istituzioni del nostro Paese.

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