Il FMI, l’organizzazione guidata dalla bulgara Kristalina Georgieva, ha annunciato recentemente le previsioni sulla crescita globale per il 2024-2025. Per l’America Latina prevede che il prodotto interno lordo (PIL) passerà dall’1,5% nel 2023 all’1,8% quest’anno, per poi crescere al 2,7% nel 2025.
Il FMI ha sottolineato come già quest’anno Uruguay (3,2%), Perù (2,5%), Colombia (1,6%) e Venezuela (4%) miglioreranno le performance registrate nel 2023.
Spiccano anche Paraguay (3,8%), Brasile (2,9%), Cile (2,5%), Bolivia (1,6%) ed Ecuador (0,1%), mentre l’Argentina registrerà un forte calo del PIL pari a -3,5%.
I dati del FMI sottolineano che, tranne l’Argentina, nessun paese sudamericano registrerà performance negative nel 2024. Per il 2025, il Fondo prevede i seguenti risultati economici:
- Argentina (+5%)
- Paraguay (+3,8%)
- Venezuela (+3%)
- Uruguay (+2,9%)
- Perù (+2,7%)
- Colombia (+2,5%)
- Cile (+2,4%)
- Bolivia (+2,2%)
- Brasile (+2,1%)
- Ecuador (+0,8%)
Brasile: prospettive di crescita sostenute
L’OCSE (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) a novembre ha aggiornato le sue proiezioni sulla crescita economica del Brasile. Ora, l’entità prevede che il PIL brasiliano crescerà di un significativo 2,9% quest’anno, ben al di sopra dell’1,9% della previsione precedente, fatta a maggio.
Su tale previsione, l’agenzia di rating Moody’s ha alzato il rating creditizio del Brasile da Ba2 a Ba1, mantenendo la prospettiva di rating positiva. La revisione arriva dopo che, lo scorso maggio, l’agenzia ha assegnato un outlook positivo al rating del Paese, rafforzando la tendenza al miglioramento dei rating di credito iniziata nel 2023. Il Brasile è ormai, secondo Moody’s, a un passo da un “investment grade”.
L’aumento del credito del Paese è dovuto al robusto andamento della crescita del PIL e alla storia recente delle riforme economiche e fiscali. Dall’inizio dell’anno, la crescita del PIL reale si è dimostrata più forte e più resistente agli alti tassi di interesse e alle gravi inondazioni che hanno colpito il Brasile all’inizio di quest’anno.
L’agenzia cita l’impegno del governo verso gli obiettivi fiscali e la stabilizzazione della traiettoria del debito in relazione al PIL come fattori fondamentali per l’outlook positivo del nuovo rating.
Le prospettive positive per il Brasile si basano sulla possibilità di una crescita “solida e sostenuta” e sull'”attuazione di misure di controllo della spesa che supportino il rispetto del quadro fiscale, riducendo l’incertezza sulla stabilizzazione del debito e aumentando la credibilità della politica fiscale”.
Fattore limitante per l’efficacia delle politiche di risanamento in Brasile è il rischio persistente di non raggiungere gli obiettivi fiscali a causa della rigidità strutturale della spesa e dell’aumento delle spese obbligatorie, come la previdenza sociale, i programmi di assistenza sociale e la spesa con sanità e istruzione.
Queste limitazioni pesano sulla credibilità della politica fiscale e ostacolano gli sforzi in corso per raggiungere gli obiettivi di crescita, il che indebolisce l’efficacia della politica economica e contribuisce a rischi relativamente elevati.
Moody’s sottolinea che l’approvazione della riforma fiscale migliorerà “il contesto imprenditoriale e l’allocazione delle risorse”, aumentando il potenziale di sviluppo a lungo termine.
Infine, l’agenda di transizione energetica adottata dal governo è positiva per attrarre investimenti privati oltre che per ridurre la vulnerabilità del Paese agli shock climatici.