La dieta mediatica degli Italiani è sempre più orientata alla web tv e alla smart tv, ma tiene anche la tv tradizionale che guadagna terreno su altri device. Il 93% dei giovani usa Whatsapp.
Nel 2022 si registra una contrazione del numero di telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: -3,9% rispetto al 2021), una lieve crescita dell’utenza della tv satellitare (+1,4%), il forte rialzo della tv via internet (web tv e smart tv arrivano al 52,8% di utenza, ovvero oltre la metà della popolazione: +10,9% in un anno) e il boom della mobile tv (che è passata dall’1% di spettatori nel 2007 al 34% di oggi: più di un terzo degli italiani). E’ quanto si legge nel capitolo ‘Comunicazione e media’ del 57esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2023 presentato oggi.
Un calo, quello della tv tradizionale, tutto sommato contenuto rispetto a previsioni catastrofiste che volevano il digitale sul punto di non ritorno dopo l’avvento massiccio delle piattaforme streaming. Tanto che la fruizione di tv tradizionale è d’altro canto aumentata tramite smartphone e da parte di una audience di giovani che non disdegnano di vedere il digitale sul display dello smartphone, secondo altre fonti.
Radio e web radio stabili: cresce la radio via smartphone
La radio continua a rivelarsi all’avanguardia all’interno dei processi di ibridazione del sistema dei media. Complessivamente, i radioascoltatori sono il 79,9% degli italiani (stabili da un anno all’altro), ma se la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale si attesta al 48% di utenza (-0,8% rispetto al 2021), l’autoradio sale al 69% (+4,6%, un incremento da legare alla cessazione delle limitazioni alla mobilità precedentemente imposte a causa dell’emergenza sanitaria), l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc è stabile al 20,4% e la fruizione del mezzo attraverso lo smartphone diventa sempre più rilevante: lo fa il 29,2% degli italiani (+5,4% in un anno).
Nove italiani su dieci usano web e smartphone
Si registra ancora un forte aumento dell’impiego di internet da parte degli italiani (l’88% di utenza: +4,5%) e di quanti utilizzano gli smartphone (l’88%: +4,7%). Lievitano complessivamente all’82,4% gli utenti dei social network (+5,8%). Invece i quotidiani cartacei, che nel 2007 erano letti dal 67% degli italiani, si attestano oggi al 25,4% (-3,7% in un anno e -41,6% in quindici anni). Si registra ancora una limatura dei lettori dei settimanali (-1,6%) e dei mensili (-0,6%).
In aumento gli utenti dei social. Quotidiani sempre più giù. Il 93% dei giovani usa Whatsapp
Lievitano complessivamente all’82,4% gli utenti dei social network (+5,8%). Invece i quotidiani cartacei, che nel 2007 erano letti dal 67% degli italiani, si attestano oggi al 25,4% (-3,7% in un anno e -41,6% in quindici anni). Si registra ancora una limatura dei lettori dei settimanali (-1,6%) e dei mensili (-0,6%). Gli utenti dei quotidiani online invece aumentano al 33,0% degli italiani (+4,7%), un numero comunque inferiore a quanti utilizzano i siti web d’informazione generici (il 58,1%: +4,3%). Gli italiani che leggono libri cartacei sono il 42,7% del totale, i lettori di e-book sono il 13,4%.
Facebook in calo ma non per informarsi
Tra i giovani (14-29 anni), il 93,4% utilizza WhatsApp, l’83,3% YouTube, l’80,9% Instagram. Si osserva un forte incremento dei giovani utenti di TikTok (54,5%), Amazon (54,3%), Spotify (51,8%) e Telegram (37,2%). In flessione invece Facebook (51,4%) e Twitter/X (20,1%). L’informazione al tempo delle crisi. Nel 2022 i telegiornali, pur mantenendosi in testa nella graduatoria dei mezzi utilizzati dagli italiani per informarsi, sono passati da una utenza del 60,1% al 51,2%. Facebook ha recuperato terreno: dal 30,1% al 35,2%. I motori di ricerca restano stabili al 23,4%. Ma gli italiani prendono le distanze dalla politica: erano il 39,7% le persone interessate a queste notizie nel 2021, sono il 32,4% nel 2022. Si è affievolita anche l’attenzione per le notizie di tipo medico-scientifico, prima alimentata dalla pandemia: gli interessati passano dal 33,4% al 25,5% in assenza del traino della pandemia.
Fonte: key4biz.it